Autore 
Marco Porta
Titolo 
Di fragore di silenzio
Anno 
2003
Pagine 
168
Prezzo 
€18,00
ISBN 
88-8394-017-2

Prefazione di Gianfranco Pittatore
“I vivi abitano in un mondo diventato ormai privo di significato. La vita è un farsesco spettacolo di marionette, una grande facciata congelata della pseudovita, in cui la fugacità dell’esistenza viene rappresentata in modo sempre più raffinato. Oggi viviamo in una cultura che si adopera per trasformare la vita in un gelido, interminabile simulacro di se stesso”. Così Peter Halley si esprime nel saggio La terra congelata (1984). Questa immagine della nostra realtà è assolutamente attuale a distanza di vent’anni e pone in evidenza in modo emblematico una condizione esistenziale dominata dalle parvenze, dal paradosso, dalla verosimiglianza e dalla virtualità.
L’assenza di un peso esistenziale del soggetto - quale quella ipotizzata dall’artista e critico americano - è il nodo problematico del lavoro di Marco Porta, dalle Bussole degli anni 90, strumenti di ricerca di una connotazione spazio-temporale in grado di definire la struttura dell’io, sino ai Profeti, figure messianiche dalle quali ci si può aspettare l’apertura ad un orizzonte aperto, uno slancio volto a superare l’effimero. In questo arco di dieci anni si collocano opere rigorose nello sviluppo consequenziale delle tematiche, duttili nell’uso di materiali diversi, che evidenziano una decisa volontà di sperimentazione. Teche di vetro colme d’acqua dentro alle quali aggallano figure anonime, scalatori che brancolano nel vuoto, aracnidi che aggettano dalle pareti. Sempre e comunque l’uomo è solo con se stesso, limitato, se non precluso, nella sua possibilità di agire, condannato a vivere in territori liminali, caratterizzati da valenze metamorfiche, dall’irrazionalità e dalla perdita della memoria storica. Smarrito tra immagini di deterrenza e di alienazione da un lato e dalla nostalgia di un passato irrecuperabile dall’altro.

Contattaci